Perché le piante grasse si chiamano “grasse”?

In realtà, il termine esatto utilizzato dai botanici per indicare questo tipo di piante è “succulente”, e deriva dal fatto che i loro tessuti sono impregnati di acqua, per cui hanno un aspetto… succoso. Grazie ai capienti vacuoli (organelli all’interno delle cellule vegetali) presenti nel fusto, l’acqua vi rimane immagazzinata. Il fusto o le foglie diventano veri e propri serbatoi, che rilasciano l’acqua nei momenti di necessità. Anche l’epidermide, ricoperta da sostanze cerose che limitano l’evaporazione, contribuisce a dare a queste piante un aspetto “grasso” (da cui il nome) e a limitare la traspirazione.
Questi e altri adattamenti hanno avuto origine dall’ambiente in cui le succulente si sono evolute: luoghi aridi e semidesertici, in cui nutrirsi costantemente può essere un problema: da qui la necessità di incamerare le sostanze nutrienti in grande quantità nelle foglie carnose.

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